giovedì 5 luglio 2018

cronache del porto pt. I

Nasconde il viso con un cappuccio e una sciarpa attorno al naso, e si ripete di non essere una maschera. Non sta andando a salvare nessuno, non le importa di nessuno. 

Una settimana prima, nella sede dei Rangers ha sentito di un carico di reti da pesca non regolamentari arrivato dall’India. Sanno che cercheranno di smerciarlo a breve, eppure non fanno nulla. Non che i Rangers siano così pacifisti, le hanno fatte le loro scorribande, a sabotare pescherecci o vandalizzare la scuola di pesca subacquea di Philadelphia. Ma dicono che questi tizi non scherzino per nulla, che se ti trovano a ficcanasare nei loro affari poi nessuno ti trova più.


Silene Leclair non è coraggiosa, è incosciente e presuntuosa, pensa che quella goccia di sangue divino nelle vene la renda più forte di qualunque umano o mutante o altro. Le ci è voluto qualche giorno per individuare il carico illegale, la zona del porto e il container proveniente dall’India. Non si fa troppe domande su cosa sia giusto o sbagliato, le leggi umane non le conosce e non hanno alcun valore per lei. Come Radamante, traduce il proprio giudizio in una pena che non si sottrae dal portare a termine. Come Nemesis, recapita una punizione a chi l'ha scampata.


Eppure da quando è prigioniera di quella dimensione di mortali, non riesce più a fare nulla. La terra non trema sotto i suoi piedi, le onde non si sollevano e le nubi corrono veloci senza che lei possa radunarle, quindi s’è dovuta arrangiare con quel che ha trovato. Grimaldelli, un coltellino e una torcia. Tutto era pronto.


Poi però è arrivato un tizio con la maschera rossa e gli occhi bianchi che si chiudono e si sgranano come fossero i suoi, e se ne sta rannicchiato in punta di piedi sul bordo dei container.

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